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Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita

 
Di Giulio Cesare Giacobbe

 
Editore: Ponte alle Grazie

 
Anno prima edizione: 15 ottobre  2005

 
Pagine: 128

 
ISBN: 9788862209977

 
E’ risaputo che un buon titolo è il primo strumento per un autore ed una casa editrice in grado di suscitare interesse nel potenziale lettore ed invogliare l’acquisto: così è stato anche per me.
 
Ho trovato questo titolo schietto, diretto ed anche un pizzico irriverente, tanto da domandarmi:” vuoi vedere che è anche un libro bello e valido?”
 
Sollecitato da questo interesse ne ho iniziato la lettura trovandolo distante dagli stili cui sono abituato e che apprezzo. Ho quindi continuato la lettura più per poterne dare una valutazione oggettiva che per vero interesse, vista la mia iniziale delusione.
 
Dopo diverse decine di pagine ho anche pensato che questo libro di interessante, a parte il titolo, avesse ben poco e che tutto ruotasse intorno a qualcosa che non riuscivo ad afferrare o mancasse proprio.
 
Abbastanza confuso e disorientato ho proseguito nella lettura scoprendo che dietro uno stile di scrittura per me banale ed irrilevante stavo scoprendo una guida molto operativa ed esplicativa.
 
Passato dal disinteresse al desiderio di arrivare quanto prima all’ultima pagina ho pensato che lo stile e l’approccio iniziale dell’autore fosse stato creato appositamente per disorientare il lettore e condurlo ad abbassare le soglie di giudizio e di consapevolezza per meglio trasmettere i contenuti proposti.
 
Sono rimasto affascinato dalla teoria secondo la quale il nostro cervello, sempre al lavoro e teso a risolvere i problemi, ci spinga a risolverli suggerendo l’azione, che di fatto è l’ unica strada percorribile.
 
“Se sei chiuso in una trappola il pensiero può aiutarti ad uscirne” dice l’autore, ed in effetti viene naturale pensare che questo sia il percorso naturale: abbiamo un disagio reale, ambientale, il pensiero elabora delle soluzioni, noi agiamo secondo quanto elaborato, il problema si risolve ristabilendo l’ordine naturale e la nostra serenità e soddisfazione.
 
Quando però al pensiero non segue l’azione il problema resta ed il cervello continua ad elaborare soluzioni perdendo la sua valenza e, secondo un percorso ben spiegato dall’autore, trasformandosi in una sega mentale.
 
Ecco che aumenta la tensione trasformando il processo del pensiero in un meccanismo autolesivo.
 
Compreso il significato di sega mentale e di come essa si generi, Giacobbe continua ad accompagnarci in questo viaggio illustrando ulteriori situazioni capaci di generare questa condizione di disagio come quando inquiniamo, testuali parole, il presente con giudizi negativi sul passato. Dimenticando che la valenza del passato è quella di insegnarci qualcosa ed evitare di ricaderci più che il centro dei nostri pensieri, non fosse altre per l’impossibilità di cambiarlo.
 
Fortunatamente procedendo nella lettura l’autore ci svela che è possibile uscire da questo gioco, che mi permetto di definire perverso, e dalla condizione descritta da Freud come istinto di Thanatos raggiungendo la presenza mentale o consapevolezza.
 
Perché questo è possibile viene spiegato illustrando alcuni meccanismi funzionali del cervello mentre il come, capitolo per capitolo viene svelato facendo numerosi riferimenti alle tecniche di respirazione e meditazione orientale, così distante dalla comune accezione del pensiero occidentale.
 
Infatti quello che viene proposto dall’autore è quello di aumentare la propria consapevolezza diventando osservatori di se stessi e delle proprie percezioni, acquisendo quindi maggiore presenza pur con quella serenità e distacco propri di chi è dissociato, osserva gli avvenimenti.
 
In conclusione.
 
Tra catabolismo cellulare, depressione, meccanismi di funzionamento del cervello, note autobiografiche e pensieri liberi mi sento di consigliare di leggere e rileggere, cosa che mi sono ripromesso di fare quanto prima, questo stravagante libro che consiglio a tutti.
 
Che sia per cultura personale, per conoscere uno stile di scrittura originale o per trovare l’espediente per tornare a centrarci e vivere meglio il qui ed ora, vi invito a comprare e leggere la vostra copia di “come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita”.

Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia

 
Di Carl A. Whitaker
 
Editore: Casa Editrice Astrolabio
 
Anno prima edizione: 1989
 
Pagine: 256
 
ISBN: 9788834010068

 
 
Se qualcuno mi avesse chiesto di scegliere un titolo per questo libro avrei sicuramente detto "guida non convenzionale alla psicoterapia ed alla famiglia".
 
Decisamente più complesso è invece cercare di presentarne i contenuti, sia per la mole degli stessi sia per come il libro stesso è stato strutturato. In effetti questo libro non può definirsi un manuale, cosa che ammette lo stesso autore nella prefazione, quanto un racconto, per lo più autobiografico, di come Whitaker sia riuscito a fare negli anni ciò che ha fatto e del suo cammino ed evoluzione nella psicoterapia.
 
Dopo un doveroso cenno autobiografico, che ho trovato come la parte meno scorrevole di tutto il libro, Whitaker chiarisce il suo "manifesto" e ci accompagna lungo una strada fatta di insegnamenti destinati allo psicoterapeuta, come anche alla scoperta del se e del valore terapeutico e dei meccanismi della famiglia.
 
Per l'autore l'obiettivo di qualsiasi terapia deve essere "quello di liberarsi del passato e del futuro, buoni o cattivi che siano, per cominciare semplicemente a essere". In questo percorso che tutti, più o meno consciamente cerchiamo di fare (ed a volte direi anche evitare), può esserci di supporto lo psicoterapeuta che in questo caso assume il ruolo di un genitore o genitore affidatario. I rischi e la complessità della cosa sono molteplici seppure, per Whitaker tutto diventa più semplice e possibile quanto più sia allarga la seduta terapeutica ai familiari, possibilmente anche in più salti generazionali (non solo genitori, ma anche ex coniugi, nonni e così via).
 
Per l'autore la famiglia è come un vero e proprio organismo con le sue regole ed i suoi meccanismi: in questo risiedono anche molte delle difficoltà che coinvolgono il singolo quando decide di impegnarsi in un matrimonio che, l'uno ritiene di andare a contrarre con l'altro mentre avviene con l'intera famiglia dell'altro e viceversa.
 
Come il matrimonio può essere motivo di crisi, così la famiglia ha modo di aiutare il singolo e lo psicoterapeuta a portare avanti una sorta di riequilibrio e Whitaker stimola, invita più e più volte ogni terapeuta ad approfittare dell'aiuto che una terapia allargate può offrire.
 
Sono estremamente le dinamiche familiari e coniugali che presenta l'autore: quale ad esempio la crisi, o separazione che si viene a creare nella coppia alla nascita del loro figlio. Tutte vengono analizzate con dettaglio, presentandone in modo semplice eppure estremamente diretto gli stadi e le implicazioni: è facile ritrovarsi in molti di questi e comprenderne le reali origini.
 
Un passo che ho trovato particolarmente interessante e condivido molto è che "la verità non esiste. Ci sono solo approssimazioni della verità".
 
Questo libro è comunque estremamente ricco di spunti e frasi d'effetto o coinvolgenti che, per meglio rendere l'idea della lettura riporto testualmente di seguito:
 
"La psicoterapia si basa su una serie di ipotesi. Una di esse, che spesso non viene presa in considerazione, è che tutti noi, nessuno escluso, siamo schizofrenici quando dormiamo."
 
"Ogni qualvolta si tenta di etichettare qualcuno, la persona scompare e si ha a che fare con le proprie fantasie".
 
"...il terapeuta diventa più onesto e riconosce di essere una prostituta psicologica..."
 
"là dove c'è vita c'è follia."
 
Consiglio questo libro a chiunque abbia intenzione di affrontare o stia affrontando il percorso per diventare psicoterapeuta ed anche a colui che è semplicemente interessato o sta seguendo una terapia. Certamente è un'ottima lettura per chi è desideroso di conoscere meglio le dinamiche familiari e soprattutto per chi è sposato o meglio ancora stia per farlo: credo che anzi si potrebbe rivelare anche un'ottima e costruttiva lettura di coppia.

I segreti del linguaggio del corpo

Editore: Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

Collana:  

Anno edizione: 2010

Pagine: 276

ISBN: 9788860618221


Chi non ha desiderato almeno una volta nella propria vita saper leggere le intenzioni dell’altro, al di là delle semplici parole?
Magari per accertarsi della fedeltà del partner, per conoscere se quella persona che trovate così carina vi corrisponde oppure per interpretare le intenzioni del proprio boss.
In fondo lo sappiamo tutti senza dover tirare in ballo le teorie di Mehrabian o di altri che la parola può essere manipolata e celare le vere intenzioni del nostro interlocutore. Questo può avvenire con proposito oppure perché siamo condizionati da schemi o convenzioni che ci “impediscono” di esprimerci troppo sinceramente: potreste desiderare ardentemente di passare la notte con la persona che avete appena conosciuto, eppure difficilmente sarete così espliciti e diretti nel dirglielo.
A parte le finzioni sceniche di alcune serie televisive molto in voga dove con qualche sguardo viene scoperto il criminale della puntata esiste davvero un codice per interpretare, al di là delle parole, le vere intenzioni degli altri?
Certo sarebbe molto bello, ma è davvero possibile? E soprattutto esiste qualche testo di riferimento affidabile il cui scopo non sia solo quello di affascinare promettendo di trasformarvi in un mentalista in 100 pagine?
Marco Pacori, psicologo ed ipnoterapeuta, si occupa da oltre vent’anni di linguaggio del corpo ed è considerato tra i massimi esperti italiani del settore. Un biglietto da visita di tutto rispetto che mi ha ispirato fiducia nell’acquisto del libro e che, nonostante gli interessanti temi proposti ha un prezzo davvero abbordabile: valido per qualunque tasca.
La mia consueta diffidenza mi ha comunque portato a leggere i 6 capitoli dell’opera di Marco Pacori sempre con spirito critico, seppure ammetto che i continui riferimenti ad esperimenti e studi condotti da figure di spicco della materia mi ha portato in meno di 100 pagine a farmi rapire da questa lettura.
Certo è bene non lasciarsi ingannare dalla chiarezza degli esempi proposti e dalla chiarezza divulgativa di Pacori: acquisire padronanza con questa disciplina richiede, come sempre studio e pratica.
Il viaggio comincia illustrando alcuni concetti fondamentali: la prossemica, ossia lo studio di come l’uomo struttura ed interpreta i micro spazi che vengono sostanzialmente suddivisi in quattro distanze: intima, inferiore ai 45 cm e può prevedere il contatto, per passare a quella personale, orientativamente intorno al metro o poco più, passando per quella sociale sino alla distanza pubblica intorno ai tre metri.
C’è poi la cinesica che individua i movimenti prodotti sa una singola parte del corpo e che vengono solitamente raccolti in cinque classi di segnali, emblemi, illustratori, dimostratori di emozioni, regolatori ed infine adattatori.
Prima di affrontare la lettura vera e propria dei gesti che rientrano nel EBL (Emotional Body Language), vengono forniti numerosi approfondimenti anche sui movimenti oculari, la paralinguistica e la cronemica, ossia lo studio di come viene percepito il tempo ed inteso all’interno della propria esistenza. Recentemente sta diventato un aspetto significativo nello studio della CNV (Comunicazione Non Verbale).
Il testo è ricco di approfondimenti e fotografie molto utili per una immediata percezione e comprensione dei capitoli, seppure di qualità non così adeguata ai contenuti come ci si appetterebbe. Questa raccolta così dettagliata permette di calarsi immediatamente nell’aspetto pratico della lettura del linguaggio del corpo seppure bisogna sempre tenere presente che ogni “lettura” va effettuata tenendo sempre conto del contesto e di fattori che, s pecie inizialmente, possono sfuggirci indirizzandoci verso conclusioni errate.
Certamente è invece utile approfittare dei consigli forniti da Pacori nel cercare di affinare le proprie capacità studiando gli scatti presentati all’interno di riviste, rotocalchi e magari anche trasmissioni tv, dove senza eccessiva tensione per i risultati ci si può cimentare in questo studio.
Uno studio che, come declinato nel quinto capitolo può essere funzionale davvero a tutti: dalla coppia all’ambito familiare fino a giungere a scopi professionali come per il terapeuta e lo psicologo.
Se il vostro desiderio è quello di cambiare qualcosa nella gestione dei vostri rapporti interpersonali con familiari e colleghi gli studi condotti dal dott. Pacori ed in particolare questo libro possono rappresentare un primo passo in questa direzione.  
Altri libri dell’autore:

Il linguaggio del corpo in amore. Le leggi non scritte dell'attrazione, della seduzione e dei sentimenti; Autore: Marco Pacori; Editore: Sperling & Kupfer.
Il linguaggio della menzogna ; Autore: Marco Pacori; Editore: Sperling & Kupfer.
Come interpretare i messaggi del corpo; Autore: Marco Pacori; Editore: Giunti Editore.
Il linguaggio segreto dei sintomi; Autore: Marco Pacori; Editore: Sperling & Kupfer.
Il linguaggio segreto del corpo. Scoprire i sentimenti attraverso i gesti e le espressioni; Autore: Marco Pacori; Editore: Demetra.
I segreti dell'intelligenza corporea; Autore: Marco Pacori; Editore: Sperling & Kupfer

Il test dei Colori di Max Luscher

 
Editore: Astrolabio Ubaldini

 
Collana: Psiche e coscienza

 
Anno edizione: 1976

 
Pagine: 174 p., ill.  

 
EAN: 9788834000854

 
 
Mi sono imbattuto nel libro “Il test dei Colori” del Dottor Luscher quando ancora frequentavo il liceo ed uno dei miei passatempi preferiti era quello di “spulciare” i titoli più assurdi in quella che più che una libreria è stata la mia seconda casa.
 
 
Sono di natura molto diffidente su tutto ciò che promette risultati eccezionali, senza che questo possa però frenare la mia innata curiosità, motivo per cui decisi di acquistare questo libro, dedicandogli poi più tempo di quanto non avrei fatto con i libri scolastici.
 
L’estrema semplicità di somministrazione del test, che di fatto richiede una manciata di minuti, mi stupì sia per i risultati su me stesso che per quelli su alcune persone a me care: era imbarazzante vedere i loro sguardi sbigottiti e sentire farsi del genere “ma tu questo come lo sapevi?”
 
Di fatto totalmente increduli che potessi aver recuperato quelle informazioni così personali e profonde dopo aver espresso la sola preferenza tra un mazzo di 8 carte colorate.
 
L’incredibile di questo test, la sua forza è infatti la capacità di mettere a nudo con estrema chiarezza la situazione psicologica del momento evitando la circospezione e minimizzando le barriere coscienti.
 
Ad onore del vero, c’è da dire che se la somministrazione porta via meno di cinque minuti la preparazione del profilo psicologico richiede buona dimestichezza e comunque una quantità di tempo, che per me non è mai scesa sotto la mezz’ora. Pur ammettendo di non aver mai utilizzato il test dei colori con un approccio o finalità professionali.
 
Venendo nello specifico alla struttura del libro ed ai suoi contenuti, il test dei colori di Luscher edito da Astrolabio Ubaldini, conta poco meno di 200 pagine raccolte in otto capitoli nel corso dei quali viene progressivamente illustrata questa tecnica.
 
Pur conservando la sua valenza professionale, il libro è scritto con un linguaggio tendenzialmente semplice ed accessibile, all’infuori di qualche terminologia specifica che una rapida ricerca su internet può aiutare a comprendere.
 
La lettura spazia quindi dal test e da come somministrarlo operativamente, ad un’approfondita digressione sui colori e sulla loro valenza. Questo affrontando spesso dei percorsi a ritroso con la finalità di approfondire sempre più i concetti precedentemente accennati o presentati in maniera più semplicistica.
 
Ad esempio nel primo capitolo viene approcciata la psicologia dei colori accompagnando il lettore alla comprensione dell'origine del significato dei colori, partendo dai due principali: il blu ed il giallo.
 
Ciascuno di essi rappresenta un fattore esterno all'uomo che comporta un controllo su di esso: e sono la notte ed il giorno, la cui valenza rispettivamente è il riposo e l'azione. Vista la loro tipicità questi colori vengono denominati eteronomi.
 
L'altra coppia di colori fondamentali è quella rappresentata dal rosso, espressione dell'azione o attacco, e dal verde, suo complementare ed espressione della difesa o della passività. Poiché sono sotto il controllo dell'uomo questi colori vengono definiti autonomi.
 
Questi quattro colori base, sono accompagnati nella somministrazione del test ridotto, da altri quattro colori chiamati ausiliari: il viola, mescolanza di rosso e blu, il marrone, mescolanza di giallo, rosso e nero, il grigio neutro, da considerarsi libero da ogni valenza affettiva e da intendersi neutrale ed infine il nero, ossia l'assenza completa del colore.
 
Gli esperimenti condotti nel tempo evidenziano come la visione persistente di un dato colore intervenga sul Sistema Nervoso Autonomo o SNA. E' bene ricordare che il SNA lavora al disotto della soglia di consapevolezza al contrario del Sistema Nervoso Centrale o SNC che lavora a livello conscio.
 
I risultati degli esperimenti menzionati ha evidenziato l'azione simpatica sul SNA dei colori quali il rosso, o comunque dei colori chiari, contrapponendosi ai colori scuri che inducono un effetto parasimpatico, quindi rilassante del sistema.
 
Pur ignorando i meccanismi che guidano questi effetti, che personalmente comprendo con un approccio empirico, è interessante la corrispondenza con le riflessioni del fisiologo Hering secondo il quale i colori luminosi hanno un effetto catabolico (distruttivo) sulla porpora visiva mentre quelli scuri producono effetti anabolici, quindi rigenerativi.
 
Qui viene illustrato un passaggio fondamentale per l'interpretazione del test e la comprensione della sua struttura. Infatti, ribadendo il significato intrinseco associato a ciascun colore che di fatto resta costante, cambia la sua funzione a seconda del suo gradimento nel corso del test.
 
Infatti il test, che prevede una selezione per gradimento decrescente dei colori, va interpretato in funzione del posizionamento di ciascun colore e nello specifico associando delle simbologie atte ad identificarne la gerarchia di gradimento.
 
Questa valenza di funzione dei colori concorre nella realizzazione del termine di psicologia funzionale che è associato alle teorie che correlano i colori al tipo di personalità.
 
In conclusione.
 
La versione del test qui descritta è quella ridotta che usa solo 8 carte colore e si differenza dalla versione più completa e ovviamente più analitica, che richiede 73 carte colore e circa 8 minuti per la somministrazione del test.
 
Per la mia personale esperienza posso affermare che trovo questo metodo funzionale ad una migliore comprensione di se calato nel contesto e periodo specifico. Per le stesse ragioni ritengo che possa essere apprezzato anche in ambito di selezione del personale o nella relazione di coppia o in famiglia.
 
Pur non disponendo di competenze proprie a psicologi e psicoterapeuti sono convinto che anche quest’ultimi potrebbero avvalersene con soddisfazione nel corso dello svolgimento della loro attività professionale.
 
Insomma: se deciderete di comprare questo libro saranno certamente soldi ben spesi.

L'ultima lezione

 
Di Randy Pausch e Jeffrey Zaslow

 
Editore: Rizzoli

 
Anno edizione: 2008

 
Pagine: 233

 
ISBN: 9788817023146

 
 
Per diversi anni alla Carnegie Mellon University (CMU) si è tenuto un ciclo di conferenze chiamato "ultime lezioni". Questo in quanto l'oratore, coglieva l'occasione di esporre il suo massimo pensiero ponendosi come se quella fosse la sua ultima possibilità di tenere una lezione e tramandare il suo pensiero.
 
Nel settembre del 2007 nonostante alla Carnegie Mellon, il ciclo delle lezioni avesse cambiato nome in "viaggi" quella che tenne il professor Randolph Frederick Pausch, intitolata "Really achieving your childhood dreams" (realizzare realmente i tuoi sogni d'infanzia) era destinata a passare alla storia come "The last lecture" (l'ultima lezione). Lo stesso nome che, dopo il successo virale del video, prese il libro che in questi giorni ho riletto con rinnovato interesse.
 
Con il libro, come ci rivela nella prefazione lo stesso autore, desidera proseguire quanto iniziato con lezione: una sorta di testamento e di massima espressione sulla gioia di vivere su valori quali onestà e gratitudine e sul valore della vita che, come già noto all'epoca a Randy era destinata a sfuggirgli in pochi mesi.
 
Una lezione destinata a lasciare un insegnamento ai propri figli, all'epoca ancora piccoli per poter raccogliere l'insegnamento paterno che ha fatto breccia nei cuori e nelle menti di milioni di persone. Nonostante la sentenza di morte decretata dal suo tumore al fegato, Randy Pausch parla e poi scrive focalizzandosi sul messaggio da lasciare e non sulla malattia. Come lui stesso afferma: "non possiamo cambiare le carte nel nostro mazzo ma solo come giocheremo la prossima mano", e nei fatti l'ha dimostrato benissimo.
 
Nel libro, scritto in modo leggero nonostante il valore elevato dei contenuti, si legge di leadership, del lavoro sodo necessario per riuscire e del fatto che se state sbagliando e qualcuno vi critica vuol dire si preoccupa di voi, una lezione questa che, per sua stessa ammissione, ha insegnato molto all'autore e vi confesso, ha fatto riflettere molto me.
 
Passando da un capitolo all'altro Randy ci racconta dei suoi sogni, delle sue esperienze e fallimenti, illustrandoci come realizzare davvero i sogni dell'infanzia e di come vivere la propria vita, anche sognando in grande e rendendo possibili i sogni degli altri.
 
"L'ultima lezione" è un libro che vi consiglio assolutamente, che stiate nel momento più buio della vostra vita o che pensiate di essere al top: gli insegnamenti autentici di Pausch ritengo che siano in grado di toccare il cuore ed illuminare le menti di chiunque.
 
Gli insegnamenti sono molteplici e così tanti che l'unico modo per trasmetterli sarebbe fotocopiare il libro stesso. Quando si legge un libro ognuno tende a trovare un passo o una parola che risuona con il proprio spirito, qui io ne ho trovate decine. Tra queste, forse per il mio interesse per tutto ciò che riguarda la comunicazione, mi ha colpito il passo in cui dice: "Chiedete al personale di Disney World: 'a che ora chiude il parco?' Loro risponderanno: 'Il parco è aperto fino alle 20'." In queste poche parole c'è un atteggiamento ed una filosofia di vita: presentare e guardare le cose sempre dalla prospettiva migliore puntando a ciò che ancora si può fare.
 
Nella attesa di andare in libreria a comprare la vostra copia o che vi venga recapitata per posta potreste approfittare per unirvi a coloro che hanno seguito l'ultima lezione del professor Randy Pausch: https://youtu.be/YmV41wh42kw  

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