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Cadi in avanti, non mollare mai: la lezione di Denzel Washington.

 
E’ tradizione nelle università più prestigiose d’America e non solo, chiedere ad ex studenti o comunque a persone celebri di tenere un discorso ai laureandi come sprone nel raggiungimento di traguardi ambiziosi.
 
Questo è quanto è accaduto anche al noto attore Denzel Washington parlando alla University of Pennsylvania dove inaspettatamente ha raccontato dei suoi momenti difficili, in particolare del suo periodo più basso quando aveva 20 anni, durante il quale l’unica costante era quella di continuare a cadere e fallire.
 
Un fallimento dietro l’altro mentre aumentavano le pressioni dei professori e gli inviti a mollare.
 
Ed ecco l’insegnamento di quel periodo: non mollare anche se si continua a cadere. Cadere e rialzarsi e cadere di nuovo sempre proiettati in avanti.
 
Il fallimento può essere una costante anche per lungo tempo, ma testimonia che ci stai provando perché “Se non fallisci non ci stai nemmeno provando”. “Ogni esperimento fallito è un passo in avanti verso il successo”.
 
Un insegnamento che Thomas Alva Edison ha egregiamente espresso perseverando nella creazione della lampadina nonostante gli innumerevoli, chi dice mille e chi cinquemila, tentativi.
 
Cadere è proprio dell’Uomo, lo abbiamo imparato tutti da bambini cercando di alzarci e camminare o continuando a scandire interminabili monosillabi nel desiderio di poter comunicare con gli altri. Un insegnamento che crescendo può capitare di dimenticare e che Denzel Washington ribadisce in questo discorso spronandoci a “mettercela tutta”  e non limitare mai noi stessi.

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Il segreto per la felicità svelato dal Presidente più povero del Mondo.

 
La grande semplicità nel condividere contenuti, i grandi archivi fisici e virtuali realizzati in questi anni grazie alla diffusione delle tecnologie rende certamente semplice rintracciare qualsivoglia discorso ed argomento.
 
D’altronde se si vogliono ascoltare frasi ad effetto, motivanti ed altro ancora esistono anche molti film o opere teatrali eppure in questi casi il valore ad esse attribuito è differente. Insomma quando esiste una reale e forte coerenza tra il contenuto ed il relatore questo sembra assumere un valore più alto.
 
E’ forse per questo motivo che anni fa sono rimasto tra il confuso e l’estasiato nell’ascoltare le parole del Presidente dell’Uruguay Josè Mujica. Certo è risaputo che chi fa politica è abile con le parole, eppure in questo caso sembra esserci molto più di questo, forse perché è una delle poche persone che pratica ciò che dice.
 
Raccontare la sua storia personale o politica sarebbe davvero lungo, basti dire che ateo, è stato imprigionato per diversi anni in solitudine per le sue idee politiche, ex guerrigliero porta ancora i segni di diversi fori di proiettile nel suo corpo, è stato parte attiva nella legalizzazione in Uruguay dell’aborto e dei matrimoni gay. Nel periodo di Presidenza si è volontariamente privato del 90% del suo stipendio per destinarlo in beneficienza, dando alloggio a madri single ed altro ancora.
 
Oggi è un grande sostenitore della Pace e dell’uguaglianza sociale che predica più come stile di vita. Dalla sua casa a Montevideo, il Presidente Josè Mujica ribatte infatti a chi lo definisce povero: “io sono semplice, povero.” “Credo che poveri siano coloro che necessitano di tanto, perché chi vuole troppo non è mai soddisfatto.”
 
Per Mujica  è una questione di libertà  ricercare la semplicità per poter avere più tempo per ciò che si ama fare, uscendo dal meccanismo del desiderare più tempo per fare ciò che si vuole: tutt’altro che un banale gioco di parole. Come è tutt’altro che banale il pensiero secondo il quale  “Non sono contro il consumo, sono contro lo spreco.”  “Stiamo ipotecando il futuro delle nuove generazioni.”
 
Questa fermezza di spirito, che non si può fare a meno di notare come costante nel parlare e nei modi di quest’Uomo, è ribadita in una delle sue affermazioni: “Non ho intenzione di cambiare il mio stile di vita solo perché sono il Presidente”. “Il Presidente è un funzionario di alto livello che è eletto per svolgere una funzione.”
 
Per il Presidente per cui “Nessuna dipendenza è buona” e secondo il quale “L’uomo è un animale forte quando ha delle convinzioni.” Il segreto per la felicità è contenuto in un precetto semplicissimo: vivere coerentemente con i propri pensieri. Dialogando sempre con se stessi: l’unica persona che si porterà con se nella propria tomba.
 

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La paura e gli insegnamenti di Will Smith

 
La paura è uno dei sentimenti che più di altri influenza le nostre decisioni ed azioni. L’abbiamo sperimentata tutti e probabilmente in più di una situazione a volte arrivando anche a sentirci soffocare, in certi casi anche vivendo una sorta di paralisi temporanea al pari di quello che accade ad alcune forme animali in presenza di un forte pericolo come la presenza di un predatore.
 
E’ naturale quindi che lo stato indotto dalla paura venga comunemente trovato inopportuno e che si preferirebbe vivere liberi da questo condizionamento, almeno fin tanto che non ci si ferma a pensare con maggiore serenità e ponderatezza a cosa effettivamente essa sia.
 
Che cos’è infatti la paura? E non intendo con questo a chi tipo di sentimento possiamo catalogarla o altro, bensì qual è la sua funzionalità? Perché come tutti ben sappiamo nella meravigliosa creatura umana tutto ha una finalità e niente viene lasciato al caso, neanche un’emozione così forte come la paura.
 
Secondo le ultime rivelazioni delle neuroscienze sembra che sia l’amigdala, una piccola e specifica area del cervello (lobo temporale mediale) la responsabile deputata ad elaborare le varie informazioni sensoriali provenienti dai vari organi di senso che, se tra loro congruenti o comunque supportati da altri input vengono rivisti ed eventualmente innalzati dallo stato di segnali d’allarme in una reazione di paura.
 
La risposta conseguente è un rilascio di adrenalina (anche chiamata epinefrina), ossia di un ormone capace di stravolgere gli equilibri del corpo umano predisponendolo ad una energica azione di risposta allo stress o al pericolo ravvisato.
 
Ecco quindi che aumenta la frequenza cardiaca, la capacità respiratoria ed in generale la capacità di prestazione fisica del corpo: siamo pronti a reagire alle nuove condizioni rilevate dall’ambiente, siano queste reali o apparenti, perché questo è bene ricordarlo la paura può essere generata anche in funzione di una situazione immaginaria e quindi di un pericolo anche solo supposto (ma non per questo trascurabile).
 
Quindi paura sì o paura no? Ecco cosa ne pensa Willard Carroll, al secolo "Will" Smith, Jr. attore, rapper e produttore cinematografico statunitense.
 

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Appunti:
 
La mia visione semplicistica mi porta a considerare la paura un poco come una sorta di spia carburante dell’auto: quando questo scende sotto una certa soglia la spia entra in funzione passando questa informazione al guidatore. L’informazione di per se è degna di attenzione, la reazione che ne consegue è invece la risultante del guidatore che se troppo apprensivo potrebbe decidere di anticipare o rimandare eccessivamente la sosta alla stazione di servizio con le conseguenze facilmente immaginabili.

 

La scienza della persuasione

 
Un poco a tutti è successo di imbattersi guardando la televisione, navigando nel web, oppure curiosando tra gli scaffali di qualche libreria, in personaggi o documenti sensazionalistici che parlano, ed a volte purtroppo promettono, anche di poter acquisire mirabolanti capacità persuasive.
 
E’ certo che ci siano persone capaci di farlo, il difficile è individuare chi effettivamente ne sa da chi si spaccia come tale.
 
In questi anni ho letto un poco di tutto, apprezzando qualche autore ma anche cestinando qualche libro e cercando sempre di fare distinzione tra folklore e scienza. Tra i testi che più ho apprezzato ci sono quelli di Rober Cialdini, Professore Emerito di Psicologia e Marketing dell'Arizona State University e  Presidente della Società  Influence at Work®
 
Il Professor Cialdini è noto e viene spesso citato dalle testate giornalistiche più accreditate per la qualità delle sue ricerche ed ovviamente per i risultati e le teorie da esse derivate.
 
In attesa che decidiate di leggere qualche suo libro vi invito a gustarvi questo suo breve quanto interessante video, ricordandovi che è più semplice difendersi da ciò che si conosce che non da quello che si ignora.

 
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Pubblicazioni dell’autore:
 
Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì; Autore: Robert B. Cialdini; Editore: Giunti Editore; Anno: 2015
 
Pre-suasione. Creare le condizioni per il successo dei persuasori; Autore: Robert B. Cialdini; Editore: Giunti Editore; Anno: 2017
 
Piccole grandi idee. La scienza della persuasione per ottenere massimi risultati con minimi cambiamenti; Autore: Robert B. Cialdini, Noah J. Goldstein, Steve J. Martin; Editore: TEA; Anno: 2015
 
50 segreti della scienza della persuasione; Autore: Noah J. Goldstein, Steve J. Martin, Robert B. Cialdini; Editore: TEA; Anno: 2010
 
Teoria e pratica della persuasione. Capire la persuasione per esercitarla positivamente e difendersi dai manipolatori; Autore: Robert B. Cialdini; Editore: Unicomunicazione.it; Anno: 2009


La strada per i tuoi sogni secondo J-Ax

E’ un cantautore di successo ed anche un produttore. Molti lo conoscono anche per le sue brillanti partecipazioni a diversi talent show come coach e si può affermare, senza timore di essere smentiti che è un personaggio pubblico di grande notorietà, e di successo.
 
Come in tutte le storie di successo anche per J-Ax, al secolo  Alessandro Aleotti, nulla è venuto per caso e nulla è andato tutto bene, anzi.
 
In un’intervista a “Vanity Fair” racconta della sua infanzia e degli atti di bullismo che riceveva: picchiato perché portava “sfiga”. Nonostante questa ed altre difficoltà negli anni ’90  per lui e per gli “Articolo 31” arriva il momento di raccogliere il successo scalando le cime delle classifiche discografiche.
 
Come confessa al “Corriere della Sera” dopo questi successi ad attenderlo ci sono droga ed alcol, un’accoppiata micidiale per cui è facile immaginare il seguito.
 
Eppure anche questa volta con l’aiuto della sua futura moglie  Elaina Coker  e con grande determinazione riesce a voltare pagina e rimettersi in gioco. Ecco che arrivano altri successi ed anche un figlio Nicolas.
 
Quando vedo o sento storie di successo come queste, dove nulla è scontato e le difficoltà sono sempre pronte a metterti i bastoni tra le ruote mi viene di chiedere quale sia la strada giusta per arrivare a questi risultati, cosa si dice una persona come J-Ax nelle difficoltà e conoscere la sua filosofia di vita.
 
A dircelo è proprio lui con due video disponibili in Rete: in pochi secondi va subito al dunque, ricordandoci che “il più grande nemico per raggiungere i tuoi sogni sei tu…” e che “…se non credi in te stesso chi ci crederà?”
 
La frase che più mi ha colpito è: “ti rialzerai in piedi, smetterai di soffrire, ti dimenticherai del dolore ed un giorno tutto avrà senso.”
 
Che il personaggio J-Ax ti piaccia o meno ti consiglio di dedicare questa manciata di minuti per vedere ed ascoltare questi messaggi, non fosse altro per farti una tua personale idea a riguardo. A me son piaciuti e sono convinto che a parlare sia stato l’uomo prima del personaggio pubblico.
 
Buona visione.
 

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L’eccellenza personale ed i valori della comunità secondo Robert Francis Kennedy

Il 18 marzo del 1968 Robert Francis Kennedy, fratello del 35° Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, ucciso nel famoso attentato di Dallas di cinque anni prima, tiene un discorso pubblico presso l’università del Kansas, unico nel suo genere e destinato a rimanere nella memoria storia e politica degli Stati Uniti e del Mondo intero.
Con una visione fortemente in contrasto con la tensione consumistica dell’America, Robert Kennedy propone una lunga riflessione sul PIL e quindi sul sistema con cui misurare la ricchezza di un Paese ed indirettamente dei suoi cittadini.
E’ infatti sorprendente come, anche oggi, ci si preoccupi del livello di ricchezza proprio e del Paese dimenticando che quello che viene fornito è in realtà solo un indice statistico al cui interno ricadono aspetti avulsi dal loro valore etico. Kennedy ricorda come il PIL cresca per i soldi spesi negli armamenti e nelle ambulanze che raccolgono la triste mietitura di cadaveri del fine settimana.
Polizia, sigarette, prigioni ed altro ancora confluiscono nell’identificare quella ricchezza nominale così distante dall’ideale di evoluzione dell’Uomo. Come lo stesso Robert Kennedy afferma all’inizio del suo discorso: “Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni.”
In questa ansia da accumulo abbiamo dimenticato il valore della salute, dell’educazione e di quelle arti quali la poesia che sono l’espressione più alta dell’essere Uomo e più in generale su ciò che rende la vita degna di essere vissuta.
Ecco perché anche oggi può essere utile soffermarsi ad ascoltare e riflettere su queste parole.
Robert Kennedy muore 80 giorni dopo al Good Samaritan Hospital in seguito a diversi colpi di arma da fuoco: nonostante la presenza di numerosi testimoni la vicenda risulta a tutt’oggi poco chiara ed ha alimentato nel corso degli anni teorie complottistiche.

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